Il Consiglio dei ministri ha approvato il decreto legge “Ministeri”, che riorganizza competenze e strutture di alcuni dicasteri. Nasce ufficialmente con tale provvedimento il Ministero della Transizione ecologica (Mite), che sostituisce il Ministero dell’Ambiente e della tutela del territorio e del mare.
In particolare alla Transizione ecologica sono trasferite dal Mise le risorse umane, strumentali e finanziarie destinate all’esercizio delle competenze in materia di energia. Una scelta precisa e di campo, che ci permette di rendere la politica industriale del Paese improntata al Green Deal Europeo. Il nuovo dicastero, guidato da Roberto Cingolani, assorbe infatti oltre a tutte le competenze dell’ex Ministero dell’Ambiente, anche alcune delle competenze chiave nel processo della transizione ecologica, inerenti principalmente il settore dell’energia. In quest’ottica è previsto il passaggio nella nuova struttura di alcune Direzioni del Ministero dello Sviluppo economico.
Il avrebbe quindi responsabilità su “tutte le misure di politica attiva a favore della transizione energetica, mentre rimane in capo al Mise l’attività di tipo normativo e regolamentare relativa alla sicurezza e alla tutela del mercato e alcune misure di politica industriale
Il decreto istituisce inoltre, presso la Presidenza del Consiglio dei ministri, il Comitato interministeriale per la transizione ecologica (CITE) con il compito di assicurare il coordinamento delle politiche nazionali per la transizione ecologica e la relativa programmazione. Il Comitato è presieduto dal Presidente del Consiglio dei ministri, o, in sua vece, dal ministro della Transizione ecologica, ed è composto dal ministro per il Sud e la coesione territoriale, dai ministri della Transizione ecologica, dell`Economia e delle finanze, dello Sviluppo economico, delle Infrastrutture e della mobilità sostenibile, della Cultura e delle Politiche agricole, alimentari e forestali.