Grazie Presidente, colleghi senatrici e senatori, esponenti del governo,
Quest’anno la presentazione del PNR (Programma nazionale di riforma) documento normalmente esaminato unitamente al DEF, a seguito della eccezionalità della crisi pandemica e in linea con gli altri Paesi dell’Unione europea è stato posticipato ad un momento successivo al completamento delle misure economiche più urgenti.
Il PNR 2020, in tale momento storico assume un’importanza strategica in quanto si inquadra nell’ambito della governance economica dell’Unione europea anche sotto un ulteriore, nuovo, aspetto.
Il Governo ha infatti chiarito che il PNR 2020 costituisce il primo passo verso la definizione operativa del Recovery Plan dell’Italia: in esso si tracciano le linee essenziale del programma di riforma che verrà definito nei prossimi mesi per avvalersi delle risorse che saranno messe a disposizione dall’Unione europea nell’ambito dello strumento Next Generation EU del Quadro finanziario pluriennale 2021-2027.
L’obiettivo, infatti, è quello di evitare che alla crisi pandemica segua una fase di depressione economica.
A tale scopo, è intenzione del Governo utilizzare al meglio le notevoli risorse che l’Unione Europea ha messo in campo al fine di fornire alle famiglie e alle imprese tutto il sostegno necessario per una ripartenza sostenibile nel tempo e da un punto di vista sociale e ambientale.
Andando nello specifico, il Piano delinea le politiche che il Governo intende adottare nel triennio 2021-23 per il rilancio della crescita, l’innovazione, la sostenibilità, l’inclusione sociale e la coesione territoriale, nel nuovo scenario determinato dal Coronavirus. Il documento traccia le linee essenziali del Programma di Ripresa e Resilienza (Recovery Plan) che il Governo metterà a punto dopo l’adozione dello Strumento Europeo per la Ripresa (“Next Generation EU”).
Il PNR 2020 evidenzia l’importanza delle sfide ambientali e la necessaria riconversione dell’economia verso la sostenibilità. Nel Piano di Rilancio la «transizione ecologica» rappresenta una delle linee strategiche per la ripresa, costituendo la base del nuovo modello di sviluppo per una nuova competitività nel nostro sistema produttivo.
Le tre linee strategiche intorno cui è stato costruito il piano, lo rendono un piano solido.
Il documento in esame inoltre evidenzia che le misure strutturali, indicate nella Priorità 5 “Sostegno agli investimenti materiali e immateriali in chiave Sostenibile”, finalizzate a dare seguito agli Obiettivi di sviluppo sostenibile adottati dall’ONU con l’Agenda 2030, tra cui l’obiettivo n.7 in materia di Energia pulita e accessibile, n. 11 su Città e comunità sostenibili, n. 13 su Azione per il clima e n. 14 e 15 in materia di Conservazione e uso durevole di mari e risorse marine e vita sull’ambiente terrestre.
Per il raggiungimento degli obiettivi sopracitati, è stato previsto il Fondo per gli investimenti delle Amministrazioni Centrali ove sono stati allocati 20,8 miliardi dal 2020 al 2034, il Fondo per il Green New Deal con 4,24 miliardi per il periodo 2020-2023 e il Fondo per rilancio degli investimenti per lo sviluppo sostenibile e infrastrutturale dei Comuni, con 4 miliardi dal 2025 al 2034.
Coerentemente con il Green New Deal adottato al livello europeo, le azioni che saranno incluse nel Programma di ripresa e resilienza saranno indirizzate a contrastare i cambiamenti climatici, a favorire la riconversione energetica del sistema produttivo, l’economia circolare e la protezione dell’ambiente, con particolare attenzione agli investimenti funzionali alla tutela dell’ambiente e al risparmio energetico.
Per quanto riguarda la sicurezza energetica, nel PNR è evidenziato come si intenda perseguire la riduzione della dipendenza dalle importazioni mediante l’incremento delle fonti rinnovabili e dell’efficienza energetica proseguendo, nel percorso di diversificazione delle fonti di approvvigionamento e garantendo la sicurezza del sistema elettrico, tramite un’ampia partecipazione di tutte le risorse disponibili al sistema e la crescente integrazione delle infrastrutture delle reti elettriche e del gas. In particolare si promuoverà lo sviluppo del mercato interno potenziando le interconnessioni elettriche e il market coupling con gli altri Stati membri e si porterà a termine la completa liberalizzazione dei mercati al dettaglio di elettricità e gas.
Come giustamente evidenziato dal PNR risulterà decisivo per il raggiungimento degli obiettivi l’accesso ai finanziamenti europei, nel periodo di programmazione 2021-2027.
Il PNR, in tal senso, preannuncia l’aumento di fondi da dedicare agli interventi per la sostenibilità ambientale e sociale, usufruendo anche delle risorse del Fondo per gli investimenti delle Amministrazioni centrali.
Nell’ambito del Green new Deal le priorità del Governo vanno dall’efficienza energetica in campo edilizio, all’utilizzo sempre più permanente di fonti rinnovabili per ridurre il contributo del riscaldamento domestico alla formazione di polveri sottili dannose per la salute.
Il PNR, tra l’altro ci ricorda al riguardo come l’Italia sia tra i Paesi che hanno appoggiato la nuova Commissione Europea nel varo dell’European Green Deal, prevedendo con la manovra di bilancio 2020 il Green and Innovation Deal nazionale.
Si richiama, in particolare, l’istituzione, con la legge n. 160/2019, del Fondo per il Green New Deal, che ha una dotazione di 470 milioni per il 2020, di 930 milioni per il 2021 e di 1.420 milioni per ciascuno degli anni 2022 e 2023, per un ammontare complessivo di 4,24 miliardi per il periodo ed è orientato a sostenere investimenti verdi.
Nel PNR si fa, finalmente una prima valutazione quantitativa del Piano Green and Innovation Deal (c.d. GRIND) che ha l’obiettivo di una crescita economica e occupazionale che garantisca la sostenibilità della finanza pubblica.
Va nella giusta direzione il Piano Green and Innovation Deal (GRIND) che si pone l’obiettivo di portare il Paese sempre più su un sentiero di crescita economica e occupazionale garantendo la sostenibilità della finanza pubblica.
Le misure contenute nella Legge di Bilancio relativamente al GRIND puntano all’aumento degli investimenti pubblici e alla creazione ed implementazione di fondi, crediti di imposta e detrazioni che favoriscano l’aumento di quelli privati.