Comincia con la proiezione di Before the Flood/Punto di non ritorno l’incontro-dibattito Interazioni ambientali ed effetti dei cambiamenti climatici sulla salute, tenutosi a Bari lo scorso 12 dicembre 2016 presso l’Aula Magna del Dipartimento di Medicina Veterinaria dell’Università di Bari. Comincia con la “guida a distanza” di un grande Leonardo Dicaprio, che ha prodotto ed interpretato nel 2016 il documentario sui cambiamenti climatici. Aderiamo al messaggio forte che dal documentario viene lanciato: “Se si convince la gente i politici cambiano, ma serve informazione”.
Ambient&Ambienti era tra gli invitati con il nostro direttore Lucia Schinzano; a distanza di alcuni giorni, vogliamo cogliere il messaggio di fondo e continuare la nostra mission sui temi sollevati dal documentario e che ci vedono da sempre impegnati per un’informazione ambientale che guarda al futuro.
L’evento è stato organizzato con una articolazione interessante da Elvira Tarsitano, presidente dell’Associazione biologi ambientalisti pugliesi –Abap; a rappresentare la Regione l’Assessore alla Qualità dell’Ambiente Mimmo Santorsola,che dopo aver portato il saluto regionale all’evento, ha richiamato il fatto che la Regione sta lavorando sulla decarbonizzazione ed avviato percorsi di grande respiro sui temi dell’ambiente, senza dimenticare che l’operatività e la lotta a favore dei temi ambientali passa per tante altre conquiste su cui si sta lavorando.
Un evento articolato per temi, in tutto sei, che vanno dal Global warming, Global Changes ed equità sociale, agli impatti sugli ecosistemi, dalla perdita di biodiversità agli eventi estremi alla crisi energetica, per chiudere con gli impatti sulla salute. Questi temi “scorrevano” nel filmato lungo circa un’ora e mezzo e avvolgevano la mente attenta in una serie di riflessioni profonde e quindi, culminavano poi con dei momenti di riflessione degli ospiti attorno a veri e propri slogan richiamati da Elvira Tarsitano. Il primo di questi faceva riferimento ad una frase pronunciata da Dicaprio “Il mio obiettivo è capire quale sia la situazione”.
Dall’inizio si è parlato dei grandi cambiamenti climatici associati alle industrie, all’energia, all’estrazione di petrolio e alle ricerche petrolifere: Dicaprio vuole capire cosa succede nel mondo e cosa comportano le attività umane. Non sono esempi del “mondo lontano” dal nostro, perché per noi pugliesi sono realtà assimilabili a quelle dell’ ILVA di Taranto, dove c’è il centro siderurgico a ciclo integrale più grande d’Europa, ma anche dell’ENI a Brindisi o dell’ENICHEM a Manfredonia: non a caso questi siti sono stati individuati come SIN, cioè Siti di Interesse Nazionale. In essi sono stati proclamati gli stati di emergenza ed avviate, purtroppo con la lentezza tipica italiana, le bonifiche ambientali. Ma gli esempi del “mondo lontano” divengono a noi vicini anche per le numerose piattaforme che vediamo nei nostri mari a distanze superiori a 12 km dalla costa.
Un altro slogan è stato orientato ai ghiacciai e ai rischi associati al loro scioglimento e al conseguente innalzamento del livello medio marino: questo problema fa dire a Dicaprio “Non voglio vivere su un pianeta senza queste specie animali”. E il documentario ricorda che spesso tutti noi siamo impegnati su “azioni terminali”, come ad esempio usare la lampadina a basso consumo, del tutto secondaria rispetto ai grandi temi per cui “Finiremo col lasciare un pianeta devastato ai nostri figli”. Per noi di Ambient&Ambienti, nessuna delle due azioni – quella di carattere individuale e e quella di respiro globale – va trascurata o sottovalutata: comunque la sommatoria delle piccole cose porta ad un’ampia azione di contrasto ai cambiamenti globali. Le azioni dal basso convergono poi in politiche ambientali che approdano ai Grandi della Terra e che si traducono in azioni complesse come quelle dei 17 obiettivi di sviluppo sostenibile varati dall’ONU con Agenda 2030 lo scorso anno.
Patty L’Abbate, portavoce del Movimento della decrescita felice, ha parlato di carbonfoot print(“impronta di carbonio”), che rappresenta l’emissione di gas (anidride carbonica, metano, ed altro) attribuibile ad un prodotto, oppure ad un’impresa o ad un ciclo produttivo e che misura l’impatto sui cambiamenti climatici. Tornare indietro può sembrare forzato, ma rivedere scelte sbagliate e tornare indietro sulle stesse, rappresenta un valido contributo al futuro. Da Elda Perlino, Presidente della Consulta Ambiente di Bari, viene la riflessione forte sugli effetti epidemiologici ed in generale sulla salute dei cittadini e l’invito ai cittadini all’azione: «Siamo noi, siete voi, i giovani, che dobbiamo scegliere le persone giuste».
I danni all’ecosistema causati dai cambiamenti climatici sono un tema forte di Before the flood. Anche l’Italia non si sottrae a questa “conta dei danni”: Antonello Fiore, Presidente nazionale di SIGEA, ha fornito dati sul dissesto idrogeologico e, guardando anche al registro degli eventi in Puglia, ha evidenziato che i dissesti diventano sempre più frequenti, ponendo il dubbio che non si tratti più di emergenze, perché dopo ogni anno si dimostra che si superano le previsioni delle serie precedenti. Il disastro non è più casuale ma sistemico. Roberto Ingrosso e Massimiliano Boccone (entrambi di Greenpeace) hanno messo in evidenza che i governi sono molto deboli e fanno dichiarazioni di principio senza impegni veri, davanti alle quali le associazioni forti intervengono.
Noi non dimentichiamo il messaggio che emerge, richiamando i temi di ampio respiro e su cui possiamo agire con il processo informativo e comunicativo. Noi partiamo dalle piccole buone pratiche ma non dimentichiamo di affrontare i temi su cui possiamo solo sensibilizzare, come da tempo facciamo su ILVA e amianto, ma anche sulle energie alternative.
Il documentario, arricchito dalla forza carismatica di Dicaprio, evidenzia che in India solo poche persone hanno l’elettricità: 700 mln di famiglie usano biomassa per procurarsi energia. C’è un problema legato allo stile di vita e ai consumi. La Cina e l’India stanno investendo di più sulle energie alternative, e sugli USA pesa ormai l’incognita Trump. La nostra azione deve allora portare ad aiutare i paesi in via di sviluppo a procedere verso la transizione, prima che sia troppo tardi. Sensibilizziamo non solo sugli aspetti negativi ma anche sulle buone pratiche in atto e diffondiamo la cultura della qualità ambientale. Per questo da tempo parliamo del rischio della distruzione degli ecosistemi marini e informiamo anche di best practice legate al riuso delle acque reflue per depurarle ulteriormente, riutilizzarle in agricoltura e ricaricare la nostra falda.
Ogni azione va inserita in contesti più ampi, ben sapendo che è una piccola tessera di un grande mosaico. Parole difficili eppure vere: qui è la mission da non dimenticare ed il richiamo apolitico che viene dal film “Usare il voto per comunicare ai nostri politici. L’umanità deve conoscere una seconda evoluzione”.
Pubblicato il 15 Dicembre 2016 su Ambient&Ambienti