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Patty L’Abbate: tutela ambientale? La parola chiave è partecipare

Riceviamo e pubblichiamo dalla nostra concittadina Patty L’Abbate un interessante contributo sui temi dell’ambiente e della partecipazione. Ad ispirare la bioeconomista castellanese, la partecipazione al’incontro tenutosi nel Sacro Convento di San Francesco di Assisi nei giorni 17 e 18 settembre 2014.

Perché si parla di gruppi di cittadinanza attiva? Perché solitamente i cittadini non partecipano alla risoluzione delle loro problematiche, quindi nascono gruppi più sensibili che lavorano per tutti. Castellana-Grotte non è differente da questo stereotipo, sento da anni lamentele su quello che non va bene, ma nei momenti in cui si chiede ai cittadini di decidere per dei cambiamenti, tutto si ferma.

Prendiamo ad esempio la gestione rifiuti, molti gruppi e associazioni di differente ideologia politica si stanno mobilitando per il “porta a porta”, ma non si è vista una grande partecipazione della cittadinanza. Mi auguro, che un domani tutti loro abbiano la capacità di fare fronte comune su questa problematica, e i cittadini dovranno essere a loro fianco. Quando si lavora per la salvaguardia del proprio ambiente non si può competere si deve collaborare, essere uniti. Castellana ha sul suo territorio delle bellezze uniche, alcune create dalla natura e altre dall’uomo, la tutela di queste bellezze è fondamentale.

Vi riporto alcuni stralci del meeting sulla “fragile bellezza” che si è tenuto ad Assisi nel Sacro Convento di San Francesco. Il ministro dell’ambiente Gian Luca Galletti ha inviato un chiaro messaggio sull’importanza di trasmettere la cultura ambientale ai nostri figli, che attualmente sono dei nativi digitali ma devono diventare anche nativi ambientali : “Noi risolveremo il problema dell’ambiente quando capiremo che non è solo un problema economico, ma soprattutto etico e morale. Stiamo parlando della salvaguardia del pianeta e della continuazione della specie umana … L’economia che avanza, specie dopo la crisi, deve essere di tipo circolare e non lineare come quella che ci lasciamo alle spalle, potendo contare su risorse sempre meno abbondanti. Bisogna, dunque, attrezzarsi sin da ora per il futuro, trasmettere la cultura ambientale ai nostri figli”. Il critico d’Arte Vittorio Sgarbi si è pronunciato sulla bellezza da salvare: “Il mondo deve salvare la bellezza, e la bellezza salverà il mondo. San Francesco è la più completa imitazione di Cristo, con lui siamo entrati nel regno dell’ ”homo homini deus”, magnificamente illustrato nel Cantico delle Creature. Nel Cantico, infatti, coesistono programmaticamente, per la prima volta, la bellezza di quello che esiste in natura e la bellezza aggiunta che può creare l’uomo. La colpa grave che ha l’Italia dagli anni Sessanta in poi è di avere costruito bruttezze. L’ arte e la cultura che abbiamo ricevuto in eredità sono state svilite, la cecità di intere parti dello Stato ha profanato quel tempio di ricchezze che San Francesco aveva così bene intuito e contemplato nella sua canzone in forma di preghiera. Concludo, riportando le sagge e profonde parole di Padre Victor Manuel Fernández, Rettore dell’Università Cattolica Argentina, nelle quali è possibile leggere cosa ha scaturito l’attuale crisi globale: “papa Francesco dice che ogni realtà esce da se stessa, tutto cerca di trovare un altro; questa è una legge del mondo. Per questo gli esseri umani non possono essere felici e maturi, essere ciò che dobbiamo fare, se non usciamo da noi stessi per andare verso gli altri, per essere collegati con gli altri. Invece questo mondo ci invita a metterci dentro noi stessi cercando il proprio piacere, piuttosto che contemplare le creature, le usiamo per il nostro beneficio. Spesso si riduce la nostra gioia all’unico obiettivo che è la ricerca di se stessi senza pace. La natura è piena di parole di amore e di bellezza, ma come possiamo udirle in mezzo ad un rumore costante”.

La crisi attuale è stata generata dal nostro modo di essere, la società attuale se vuole uscire dalla crisi deve necessariamente passare attraverso una transizione culturale, e recuperare una serie di valori: amore della verità, senso di giustizia e responsabilità, rispetto e tutela della natura, dovere di solidarietà e collaborazione. Non possiamo continuare con la nostra indifferenza e il nostro egoismo.
Patty L’Abbate – bioeconomista

Pubblicato il 23 settembre 2014 su Vivi Castellana

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