In questa settimana, la senatrice M5S Patty L’Abbate ha portato in Commissione Ambiente al Senato l’interrogazione orale a sua prima firma n. 3-00260, coinvolgendo il Governo affinché vigili sull’impianto di ossicombustione di proprietà della Newo, autorizzato dalla Regione Puglia, che si inserisce in un’area critica in prossimità della zona industriale di Modugno.
Questo è un territorio già compromesso da elevate concentrazioni di inquinanti, la stessa ARPA Puglia, come emerge dalla risposta del Ministero, ha confermato “l’esistenza di una potenziale criticità di area riferita agli insediamenti già presenti sul territorio su cui l’impianto dovrà insistere, dovuta alla valutazione degli impatti cumulativi“, ma allo stesso tempo, nella risposta ha espresso il proprio parere favorevole, a condizione che: “date le caratteristiche del processo, diverse dalla combustione classica, i valori di emissione siano monitorati e confrontati con i valor limiti tabellati“.
La senatrice pugliese, sensibile alla tematica, ha inteso fare luce su una vicenda che si trascina da tempo e che ha visto un’opposizione trasversale sul territorio, fatta da autorità, esperti ambientali e cittadini che si sono attivati da subito per manifestare la loro contrarietà alla realizzazione dell’impianto. La Regione Puglia, titolare del procedimento amministrativo integrato di VIA-AIA, conclusasi con l’adozione della Determina Dirigenziale 7/2018 di autorizzazione all’esercizio dell’attività di trattamento e co-incenerimento di rifiuti speciali non pericolosi, dichiara, nel documento inviato al Ministero, che
l’impianto ha lo scopo di avviare a recupero i rifiuti provenienti dal trattamento meccanico dell’indifferenziato attualmente destinato a discarica, e che oltre alla produzione di energia i materiali risultanti sono utilizzabili per scopi specifici in un successivo processo industriale”.
La risposta della Sottosegretaria al Ministero dell’Ambiente Vannia Gava, conferma le criticità di cui si è fatta portavoce la senatrice L’Abbate. Purtroppo i procedimenti autorizzati per la realizzazione e l’esercizio degli impianti di trattamento e incenerimento dei rifiuti rientrano nelle competenze attribuite alle autorità regionali o provinciali, il Ministero può a tutt’oggi solo vigilare. La senatrice ha dichiarato:
Questo è un primo passo, un passaggio importante, in quanto il Ministero, non potendo invadere le competenze regionali, ha sottolineato ulteriormente le criticità rilevate e rimarcato le raccomandazioni fatte da ARPA Puglia. Ma non basta effettuare rigidi controlli sulla classificazione dei rifiuti in ingresso, sulle concentrazioni di ossigeno utilizzati in combustione, sul monitoraggio delle emissioni in atmosfera e sul materiale in uscita. Il territorio sarà sovraccaricato da una logistica che aumenterà il quantitativo di emissioni di CO2 e di altri microinquinanti, contenuti nei gas di scarico dei mezzi pesanti. Il Ministero ha inoltre sottolineato la necessità di approfondire lo studio sulla natura delle perle vetrose prodotte dalla combustione, per valutare se possono realmente essere definite una materia prima seconda. La risposta alla mia interrogazione conferma le dichiarazioni effettuate dal Ministro Costa, che proprio in questi giorni, per le vicende che stanno interessando la Regione Campania, ha ribadito, come scritto nel contratto di governo, che l’incenerimento è il fallimento del ciclo integrato dei rifiuti, e non possiamo permetterci di bruciare risorse economiche e posti di lavoro. Purtroppo la Regione Puglia, da quanto si evince dal documento, non ha intenzione di bloccare il procedimento già avviato, a meno che l’Arpa Puglia non verifichi il superamento dei valori limite di emissione dell’impianto, solo in questo caso ha precisato, procederà alla diffida e sospensione fino alla completa revoca del provvedimento autorizzato. La senatrice conclude: ” Noi non ci fermiamo. Troveremo una soluzione, questa è una piaga che affligge tutta l’Italia, confido nel Ministro e nel supporto di tutti i cittadini.”